Domenica 25 maggio

Record di pioggia

Se va avanti così è meglio che cambiamo sport... canoa o sci acquatico.
Scherzi a parte, tutta la nostra bella preparazione per le “Salite” e per le “vacanze  friulane e sarde on the road” si sta completamente annacquando, con relative conseguenze: molta, ma molta fatica in più!
Purtroppo questo è: prendere o lasciare!
Ne riparliamo fra una settimana.
PS Ricordo che si sta preparando una mostra fotografica e documentaria dei primi 30 anni di vita del Bici Club Omegna. Per questo facciamo appello a soci, amici, conoscenti e non a farci pervenire qualsiasi testimonianza (foto, classifiche, maglie... calzini sporchi no!) che possa contribuire a illustrare meglio la storia di questi tre decenni. GRAZIE!

Domenica 18 maggio

Pioggia... da record

La nostra partecipazione alla XXXVIII Nove Colli

Due mesi prima il piccolo grande guerriero “Mezzapiuma” della tribù dei Navajo gravellonesi ebbe in sogno una premonizione: molta pioggia per i grandi guerrieri del BCO che affronteranno la XXXVIII edizione della Nove Colli. E così fu!
Ma come tutte le premonizioni, anche questa si è rilevata solo parzialmente attendibile... x fortuna, altrimenti che gusto ci sarebbe ad affrontare la vita, se tutto fosse già scritto!?!
Ma veniamo alla cronaca vera.
Arrivo soleggiato in quel di Cesenatico dopo una partenza sotto la pioggia. Pranzo (decisamente migliore degli anni passati), riposino e poi visita alla fiera in tandem.
Manco a dirlo, mentre Riccò vinceva in volata, noi si stava al coperto per non prendere acqua. Il tempo di spiovere e via verso l'albergo. Nei dieci minuti del tragitto un'acquazzone di quelli che ti fanno dire “Porc... non vedo + la strada!”.
Poi doccia, telefonata a Marçelo (l'unico presente dei fratelli dell'UC Valdossola), cena, uscita x il gelato e di nuovo goccioloni di pioggia... davvero ottime premesse per l'indomani!
Domenica 18 maggio 2008: sveglia alle 4,00... un'ora prima rispetto al solito, sia xché un po' + lontani dalla partenza, sia xché + tesi e preparati all'evento.
Stranamente non piove (NB Le previsioni meteo e tutti i “cesenati” davano acqua sicura). Si fa colazione abbondante e poi via verso la partenza. Durante il tragitto si passa davanti all'hotel e a un gruppetto dei cugini del Funtos Bike: stanno aspettando qualcuno, il che significa qualche minuto di ritardo = qualche centinaio di posizioni indietro nella griglia di partenza.
Un'oretta d'attesa; l'aria non è fredda e molte nuvole scure incombono ovunque nel cielo di Manitù. Alle 6,15 partono i “grandi”, noi 10 minuti dopo: questa volta xò con i cip alla caviglia non si sgarra sui tempi!
Primi 30 km mai al disotto dei 40km/h con punte intorno ai 50. Nei primi 20 km quartetto compatto, poi "Carro Uno” e “Carro Due” si “sganciano”. Nella solita prima strettoia in salita si passa in sella... piano, ma si passa. Poi, acc... sul Polenta ci sono metà a piedi e metà che sacramentano in sella. Un 5 minuti buoni si perdono x fare il primo strappetto di 100 m. Poi via di nuovo spediti, chiedendo “strada sulla sinistra”. Altri due colli fatti assieme dal duo “Gianca Passo Lungo” e “Frà Testa Dura”, con piccolo intermezzo fisiologico. Poi il guerriero + forte se ne va: “Buona pedalata fratello!”
Mercato Saraceno, inizia una leggera pioggerella. Barbotto con il suo 18%... ed è acqua vera. La mantellina non serve a niente: la pioggia cade sulla testa ed esce dai piedi. Non fa caldo, neppure tanto freddo, ma le mani e le braccia cominciano leggermente a tremare... vuoi x la temperatura, vuoi x i rischi di una discesa da prendere con mille precauzioni... quelle che non hanno preso i primi di una lunga serie che si vedono distesi a terra.
Ed è tutto così, anzi peggio (nel giungere alla fine del Perticara con rivoli color caffélatte che ti attraversano la strada e la pioggia che sembra versata giù a secchiellate da “Manitù il Burlone”), sino alla presa del Gorolo, quando veniamo avvisati che a Cesenatico ci aspetta il sole. Bé, allora anche l'ultima “rogna” del “Goro” ce la possiamo prendere a modo... sì, ma non come quel povero cristo che proprio negli ultimi due tornanti è finito giù come un salame: a 30 km dal traguardo... da dar fuori di testa!
Chi l'ha fatta lo sa, il “Goro” non è proprio l'ultima-ultima salita: ci sono ancora un paio di strappetti di Borghi e poi sì, finalmente, è finita... o quasi!
La discesa la si fa a non più di 20/25 all'ora: troppo pericoloso x osare di più! Xò, una volta cessato il pericolo, via a tutta manetta!!! In compagnia di due napoletani e di uno di Castel Fiorentino (gli unici con cui dividere la “sgroppata” finale... con non so quanti dietro a ruota... proprio come avviene nelle nostre uscite domenicali del BCO!), si marcia dai 40 ai 45 km/h: le gambe rispondono alla grande, il soffio amico di Manitù sembra trasportarci senza sforzi apparenti verso il traguardo. Mi accorgo solo in quel momento che non ho mai guardato né la tabella di marcia né l'orologio, con il contakm impostato solo sulla velocità e sulla distanza. Chiedo a uno: “Siamo sotto le 8 ore?”. Mi risponde di sì, di almeno 10 minuti. Tanto basta a farmi tagliare il traguardo con un grande sorriso. Guardo l'orologio: le 14 e 10. È fatta!!!
Passo in mezzo alle pozzanghere come fossero tappetini di velluto; al tavolo ecco “Gianca il Grande”, lui la pasta se l'è già mangiata. Pasta, birra e una bella piadina con la salsiccia, poi via in albergo x una salutare doccia. Povera divisa! Il bianco è diventato grigio e il verde, verde bandiera.
Distesi sui mini-letti dell'Hotel Milord, arriva lo squillo di “Carro Due”: “Siamo arrivati. Tutto bene!”. Grandi anche loro, forse ancor di + x via dei pochi km fatti nel prepararsi e x le due forature avute durante la corsa.
Il resto è il solito dejà vu: lettura delle classifiche, cena, dormita, rientro con sosta alla “trattoria del Sole”... il tempio in cui ringraziare Manitù che ci ha tenuti sotto le sue ali protettrici.
PS Da casa sempre buone nuove: sabato pioggia, domenica pioggia! Niente uscite, niente salite... che fa anche rima. Con il buon “Mezzapiuma” che solo ora ricorda il resto del sogno: 4 grandi guerrieri in cima alla collina che salutano l'alba di un nuovo giorno... senza pioggia!


scarica la classifica finale

Domenica 11 maggio

Le Salite come le figurine

Aperta la caccia al timbro: c'è chi è già vicino alla metà

Dove si va? A Pala. No, già fatto! A Cicogna. No, l'ho già fatta io.
Come ai tempi delle figurine dei calciatori: questa ce l'ho, quella mi manca... alla fine meglio che le strade si dividano, perché, si sà, andare in salita non è come andare a Diano d'Alba.
Ma, niente paura, finiti gli allenamenti-gara per alcuni, la settimana ligure per altri e qualche altro appuntamento (Nove Colli, Gran Fondo del Friuli, vacanze in Sardegna), fra un paio di mesi ci ritroveremo compatti a pedalare verso i punti di convalida dell'Ossola. Basta saper aspettare e non farsi prendere dalla fregola dei timbri. In caso contrario, per amor di gruppo, toccherà ripetere più di una volta la stessa salita. Così come si è sempre fatto e così come si continuerà a fare fino a che le Salite esisteranno.
Detto ciò, passando alla cronaca odierna, di cui ignoro quasi tutto x obblighi di allenamento (Monte Carza – nella foto –, Piancavallo e Pollino bis), posso solo scrivere che, salvo qualche rara eccezione, l'üma ciàpaa... cüsa?!? Ma l'acqua, nooo! Anche se solo per due o tre km, tanto è bastato x fare lo shampo alla bici e passare un'oretta a pulirla in ogni sua componente.
Per la settimana prossima la “ruota” della cronaca passa ad altri: a'sveghüum!


Domenica 4 maggio

Nelle Langhe di Pavese

Sfiorati i 190 km

Precisi come un orologio svizzero (ma mia cül dal Giorgio!), alle ore 6,zerozero di domenica 4 maggio 2008, il gruppo cusio-ossolano, composto da ben 31 pedalatori + 3 dello staff tecnico, si è messo sulle ruote per la tradizionale gita turistica dell'anno. Destinazione Diano d'Alba, nel cuore di quelle Langhe così magistralmente “raccontate” dallo scrittore Cesare Pavese.
Primi cento/centodieci km senza nulla da segnalare: terreno piatto e risaie che dopo un po' cominciavano già a stare sui cosiddetti... Quand'ecco la prima vera collinetta, quella di Moncalvo: 5-6% con una puntarella dell'8%... tanto è bastato alle aquile di Domo, Ornavasso e Traffiume per spiccare il volo. Ma, un conto è spiccarlo quando si sà dove andare... e allora sì si è delle vere aquile; ma quando si sbaglia strada, invece che delle aquile si finisce per essere solo dei... POLLI!!!
Altra cosa per chi si avvale delle indicazioni digitalterrestri: basta sbagliare una rotonda e si finisce per andare al di fuori del percorso programmato. Ma, in questi casi, bisogna avere naso (x l'appunto “d'aquila”) e si finisce x percorrere “la strada migliore che si potesse fare” (a detta di un ciclista del luogo che ha accompagnato il gruppo per una decina di km). Fatto sta che con oltre mezz'ora di anticipo sulla tabella di marcia si è giunti a Diano d'Alba, in concomitanza con il passaggio dei partecipanti alla GF di Bra.
Alla locanda d' Batista l'apoteosi x tutti i cicloturisti e i loro accompagnatori: mangiare e bere di qualità e quantità.
Tutto qua?!? Eeee no!
Secondo radio-corsa, come già successe l'anno passato, che al ritorno da Aosta qualcuno prese la strada per Torino, anche quest'anno quel solito “qualcuno” ha pensato bene di andare a prendere l'autostrada sbagliata. Ora, all'amico Barale occorre ancora una volta dire “grazie” per la sua disponibilità, xò, già che fa 30 dovrebbe fare anche 31: dotare il suo mezzo di navigatore satellitare, di quelli che con fare amichevole ti dicono “caro Piantanida” oppure “caro Oddone” “prendi di qua e gira di là... se ti voi nà a cà”.

Dalla gita nelle Langhe

Il reportage del sopralluogo